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La selezione generazionale: Boomers, Generazione X, Millennials e Gen Z

selezione generazionale: Boomers, Generazione X, Millennials e Gen Z

Oggi nelle aziende convivono 4 generazioni di lavoratori assolutamente diverse per età anagrafica, cultura, esperienze personali e professionali. Mai prima d’ora le aziende avevano conosciuto una forza lavoro multigenerazionale così eterogenea. Vediamo nel dettaglio quali sono:

  • Boomers
  • Generazione X
  • Generazione Y (Millennials)
  • Generazione Z

 La selezione di nuovi collaboratori, di conseguenza, necessita di approcci diversificati, perché le esigenze, le aspettative e i “desiderata” sono molo differenti tra le varie tipologie di persone.

Boomers (nati tra il 1946 e il 1964)

Il termine nasce inizialmente dall’esplosione demografica avvenuta dopo la seconda guerra mondiale. La crescita della popolazione con il conseguente aumento dei beni di consumo, crearono decenni di benessere a livello mondiale.

Generazione figlia del boom economico, ha vissuto nel benessere e ha cresciuto i figli con il mito del “si può avere tutto quello che si vuole”. Ottimisti, fiduciosi, ambiziosi e idealisti, sono cresciuti in un’epoca di protesta sociale, ma credono nel sistema e soprattutto nelle opportunità offerte.

Molti di loro non vivono il lavoro, SONO il loro lavoro. In genere, data l’età, occupano posizioni apicali in azienda, non cercano riscatti personali, sentono di avere “già dato”.

Cosa cercano?

Si aspettano una legittimazione del proprio ruolo attraverso un livello di benessere retributivo, professionale e integrativo molto elevato.

Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980)

Cresciuti negli anni ’90, in epoca di recessione e crisi economica, sono la prima generazione ad aver vissuto con entrambi i genitori che lavorano… e che divorziano! Hanno iniziato a conoscere l’instabilità, quindi sono concreti, a volte un po’ sfiduciati, molto pragmatici.

Sono i primi ad aver conosciuto l’avvento della globalizzazione e delle tecnologie. Si caratterizzano per forte ambizione, determinazione verso la crescita professionale ed economica, ricerca dell’indipendenza e dell’affermazione di sé, individualismo. Seguono la filosofia dell’ “owning” (possedere), per dimostrare ricchezza e status sociale.

Cosa cercano?

Gli elementi che oggi hanno maggiormente peso per loro sono la stabilità economica e professionale (posto fisso, contratto stabile, retribuzione importante) e la protezione della salute; inizia ad avere un ruolo anche la flessibilità lavorativa.

Generazione Y – Millennials (nati tra il 1980 e il 2000)

I primi nativi digitali (definiti la “Net Generation”) e i primi viaggiatori globali. Hanno grande familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali (internet e social). Abituati a viaggiare fin da piccoli, percepiscono un modo senza confini. Seguono la filosofia dello “sharing” (condividere) di spazi, mezzi e progetti. Coltivano reti orizzontali e attribuiscono meno importanza a ruoli e gerarchie.

Sono i più impattati dai fenomeni legati alla pandemia (Great Resignation e Quiet Quitting). Figli della precarietà e della disoccupazione giovanile, sono entrati nel mondo del lavoro con poche certezze.

Cosa cercano?

Non sono più affascinati dal posto fisso e dal contratto stabile. Dal lavoro si aspettano (tanta) flessibilità di tempo e di spazio (smart working), ma anche stimoli, un buon clima aziendale, uno stipendio consono e meritocratico, la prospettiva di una reale evoluzione professionale grazie a percorsi di formazione e crescita.

Generazione Z (nati tra il 2000 e il 2010)

Sono la prima generazione a non aver MAI conosciuto un mondo senza tecnologie e ambienti digitali. Per questo sono anche definiti I-generation.

Nata in un mondo minacciato dal cambiamento climatico e della cronica mancanza di lavoro e prospettive, hanno una resilienza sconosciuta alle altre generazioni.
Sono la generazione della sostenibilità, ragazzi GREEN (con forte coscienza ecologica), abituati a parlare inglese fin da bambini, vogliono conoscere nuove culture, esplorare il mondo e preservarlo per il futuro.

Vengono definiti i “valoristi”. Rispetto alle generazioni precedenti, sono maggiormente ingaggiati in questioni sociali, come l’azzeramento delle disuguaglianze, i diritti umani, l’ambiente, il benessere degli animali.
Per loro il lavoro è un mezzo sempre meno determinante per raggiungere una soddisfazione personale (che si declina in mille altre accezioni). Uno strumento che serve più che altro ad accedere a un ideale di vita fondato su “valori alti”.

Cosa cercano?

Prima ancora che uno stipendio, cercano condizioni di lavoro ottimali, un clima aziendale sereno e costruttivo, un datore di lavoro corretto e attento a etica, sostenibilità e inclusione. Desiderano viaggiare, conoscere il mondo e proteggere l’ambiente.

Talent Attraction Index

Secondo una ricerca condotta da Michael Page nel 2023, le aspettative di chi cerca lavoro sono significativamente aumentate. Il pacchetto comprende retribuzione, flessibilità, benessere e inclusione.

In ordine di importanza, questi sono i 10 fattori motivazionali che, secondo il sondaggio, guidano un candidato nella scelta del nuovo lavoro:

– incremento dello stipendio
– flessibilità nell’organizzazione del lavoro
– cultura e valori aziendali
– sede dell’azienda
– formazione e sviluppo offerti nell’ambito del ruolo
– percorso chiaro per la crescita professionale
– incentivi e premi
– aumento del senso di appartenenza al ruolo / azienda
– team di leadership
– bonus e benefit.

Le strategie di Smart People Lab per la selezione di nuovi talenti

  • Flessibilità, meritocrazia e formazione.
  • Equilibrio tra lavoro e vita privata.
  • Sostenibilità, impatto sociale e attenzione all’ambiente.
  • Utilizzo dei social media e della comunicazione digitale.

Oggi svolgere attività di selezione significa avere a che fare principalmente con questo.

È finito il tempo dell’azienda per tutta la vita, dell’attività svolta solo in presenza, del lavoro vissuto solo come mezzo per fare carriera e affermarsi socialmente, delle aziende seriose, formali e orientate unicamente al profitto.

La digitalizzazione crescente, la pandemia che ha ridefinito il mondo e la presenza di una generazione di nuovi e futuri collaboratori completamente diversi dai precedenti, hanno radicalmente ridisegnato i confini delle attività di selezione per le aziende.

Sono necessari nuovi strumenti (smart/veloci/digitali), un approccio mentale diverso e innovativo (valori/creatività/allegria), la capacità di comprendere quanto lo scenario del mondo del lavoro sia cambiato e quali siano le nuove necessità di chi cerca lavoro.

Perché il cambiamento è davvero epocale. Non sono più le aziende a scegliere i collaboratori. Sono le persone a scegliere le aziende.

 

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